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Le interfacce cervello-computer (brain-computer interfaces, BCI) sono strumenti, sviluppati dalla fine degli anni '80, con un duplice obiettivo. Da un lato, cercano di instaurare un canale di comunicazione in persone con gravissime disabilità motorie causate da malattie neurodegenerative come la sclerosi amiotrofica laterale (SLA), che portano a una completa paralisi del corpo lasciando intatte le facoltà cognitive. Dall'altro, sono impiegate per la riabilitazione motoria, ad esempio con pazienti colpiti da ictus, o per il controllo di protesi robotiche. Nella maggior parte di queste interfacce si usano tecniche come l'elettroencefalografia (EEG). In questo volume si è cercato di colmare una lacuna nello sviluppo delle BCI per pazienti completamente paralizzati: il loro funzionamento incontra i bisogni dell'utente? È, infatti, comprovato ormai da diversi anni il fenomeno dell'abbandono delle tecnologie assistive da parte di persone con disabilità. È quindi fondamentale cercare di fornire alla ricerca strumenti che permettano di valutare, con gli utenti finali, i pregi e i difetti delle tecnologie che si stanno sviluppando, prima che queste arrivino agli stadi finali di produzione.